In un momento in cui il vino siciliano vive un vero e proprio boom in tutto il mondo occorre potenziare i controlli di chi inficia anche minimamente l’attività di migliaia di produttori che su questo comparto hanno investito. È il commento di Coldiretti Sicilia che plaude all’attività dei finanzieri del comando provinciale di Palermo e ai funzionari dell'ispettorato repressione frodi del ministero delle politiche agricole che hanno sequestrato uno stabilimento enologico a Monreale (Pa) che produceva vino sofisticato.
Il vino sofisticato è un vero e proprio abominio e il risultato dell’attività ispettiva dimostra quanto sia ancora troppo appetibile un comparto che detiene, tra gli altri, il primato produttivo in biologico con una superficie che supera i 26 mila ettari, ha un ventaglio straordinario di etichette e continua a mietere successi. Le frodi nel comparto vitivinicolo rientrano in quell’attività criminale che in Italia ogni anno produce un business di oltre 24 miliardi di euro e che in Sicilia colpisce tutti i comparti anche a causa delle crisi provocate dalla pandemia.
Il vino siciliano va difeso sempre – sottolinea il presidente Coldiretti Sicilia, Francesco Ferreri - . Grazie al sapiente lavoro di generazioni di viticoltori che garantiscono quelle proprietà uniche ed irripetibili dalla vigna alla tavola oggi l’Isola è al top nel mondo. Chi tutela un vitigno, tutela un intero territorio e mai come ora proprio la Sicilia può mostrare le caratteristiche che ne fanno una regione naturalmente vocata per le eccellenze. Nella nostra Regione – aggiunge – la vendemmia dura 4 mesi e questo attesta che la ricchezza produttiva da una parte all’altra.